giovedì 3 novembre 2011

DNA projectbox > Venezia

Andrea De Stefani, Giuseppe Signorin, Pedro

Fotografia documentaria dell'opera di Andrea De Stefani "DNA (azione di restauro)" - Foto di Gianandrea Poletta
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DNA
No Space Blues
L'installazione di Andrea De Stefani è un ambiente predisposto per evocare il clima di DNA, una circostanza orchestrata per celebrarne l'ingombrante assenza.
Sede dell’evento: Spazio commerciale sfitto, via Bonelli 2
3/4/5/6 novembre dalle 18 alle 24
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Cos'è DNA e com'è nato?
A.D.S: Lo spazio che accoglie il progetto DNA è un ex magazzino che appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni, il mio bisnonno ne fu il primo proprietario. Esercitava a Venezia il mestiere del restauratore e suo figlio, mio nonno, seguì le sue orme. Per anni accumularono nel loro piccolo deposito veneziano numerosi modelli in gesso, attrezzature, e arnesi del mestiere. Dalla scomparsa di mio nonno (avvenuta nel 1983)  fino a poco tempo fa, quel luogo e tutto ciò che conteneva rimase sigillato poiché  in questi ultimi 28 anni la mia famiglia ha preferito non mettervi mano.
Nel febbraio del 2010 ci fu una svolta, quando, a dieci anni dal mio trasferimento a Venezia, decisi di affrontare un'autentica operazione di “archeologia sentimentale”. Sostanzialmente decisi di svuotare e setacciare letteralmente il magazzino, acquisendo, catalogando, restaurando e modificando ogni singolo frammento custodito al suo interno. Inevitabilmente tale esperienza ha innescato una serie di conseguenze imponderabili, tra le quali la forte volontà di “dar luogo” allo spazio stesso attraverso la condivisione, sottolineando la sua sorprendente natura vitale, in costante divenire.
In sostanza, attraverso il mio apporto, DNA (ri)nasce innanzitutto come presenza, come entità autosufficiente, come opera. L'incontro con il luogo e il clima che rivela costituisce, di fatto, un'autentica esperienza estetica.
L'apertura verso l'apporto di altre persone interessate ad interagire con questo particolare luogo e la consegna alla pubblica fruizione hanno determinato i primi movimenti dello spazio in direzione di una tangibile forma di riapparizione.


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