lunedì 21 novembre 2011

DNA projectbox Artissima Lido // Andrea De Stefani - No Space Blues


DNA - WWW.DNAPROJECTBOX.COM
NO SPACE BLUES
DNA è nato in pochi minuti. Una sera, ormai un paio di anni fa, Andrea mi ha raccontato di avere un piccolo magazzino pieno di cose di suo nonno, dietro casa. Eravamo da me. Non so com'è uscito il discorso, lo conosco da sempre, ero stato da lui a Venezia migliaia di volte, ma non ne sapevo niente. Non appena mi ha detto questa cosa ci siamo guardati, ci abbiamo ragionato su un po', non più di qualche minuto, e abbiamo deciso. Inutile stare lì a discutere sulle mille implicazioni teoriche, dovevamo solo agire. Anche il nome, DNA, è nato in quel frangente. Lo spazio era di suo nonno, il legame fra lui e quel luogo è di tipo genetico. DNA, senza troppe storie. C'era pure un gruppo con Arto Lindsay, che a Andrea piace molto, con quel nome.
Perfetto. Le settimane successive è stato fatto tutto il necessario, da un punto di vista pratico, per poter aprire. E abbiamo aperto.
Lo spazio fisico è molto piccolo (quello virtuale meno, www.dnaprojectbox.com): l'idea era di mostrare poco, un lavoro alla volta, pochi lavori all'anno, per dare a ogni evento il tempo e l'attenzione necessari. È stato un processo naturale, fisiologico. Non abbiamo forzato nulla.
Si è creato un clima, attorno a DNA, più che intenzioni programmatiche. Da quel piccolo cubo sono nate diverse situazioni, tutte legate da un sottofondo comune. Difficile dire di che natura. Per Andrea, poi, il discorso è più personale, più intimo. Suo nonno era un restauratore, ma anche uno scultore. Quel magazzino conteneva diverso materiale. Andrea ha selezionato alcuni pezzi e ha iniziato a servirsene, per tutta una serie di lavori (No space blues è uno di questi). Per Andrea DNA stesso è un lavoro, che di volta in volta ne contiene altri, li ospita, li fa crescere, dà loro qualcosa e prende in cambio qualcos'altro.
No space blues non esisterebbe senza DNA. La misura, la forma, i materiali, i colori, tutto nasce lì dentro. Ma è anche qualcos'altro, ha una vita sua, è collegato a DNA tanto quanto ad altri lavori di Andrea. Non era possibile “rappresentare” lo spazio, tanto meno uno spazio del genere. No space blues è nato dentro DNA, ma non vuole rappresentare nulla. Ha a che fare con DNA, senza DNA non esisterebbe. Ma non è un rappresentante di nulla. Il rapporto anche in questo caso è genetico, fisiologico, più ancora che teorico. È uno dei frutti di questa esperienza, un'esperienza reale fatta di relazioni e di contatti diretti con persone e opere.
Giuseppe Signorin

venerdì 11 novembre 2011

Iris Touliatou > Brown Project LIDO

ACT III. On the inconclusive act of hammering a nail into a glass wall, 2011.
 Performance. Foto: Teresa Aleman. Courtesy: l'artista.

 Con la partecipazione di Danilo Ottaviani, Matteo Prosperi, Alice Spisa, Rocco Rizzo, Sara Ibrahim, Jacopo Squizzato, Giacomo Troianiello, Alba Porto, Sabrina Fraternali, Giulia Marcassoli, Alessandro Borsello, Lorenza Sganzetta, Francesca Rindone, Federico Biffi e Francesca Mazzoni.




***

Imparare a narrare il magico



La messa in scena è la costruzione di una determinata contingenza che utilizza parametri spaziali e temporali più o meno simili alla realtà. Se intendiamo con Magia l'interesse a cambiare il reale, controllandolo e componendolo attraverso la propria immaginazione, inventare la realtà è ciò che unisce magia e narrazione, il magico alla messa in scena.



All'interno della cornice di Artissima Lido, Brown Project Space presenta, nel suo formato classico, una doppia personale di un artista italiano e un artista straniero a confronto.

Basando i propri racconti sulla relazione tra messa in scena architettonica e misticismo, Jonatah Manno e Iris Touliatou mostrano varie declinazioni di come una narrazione del magico può prendere forma. Entrambi si confronteranno con la rievocazione di elementi attinti dalla storia delle costruzioni umane e da mitologie passate e contemporanee, filtrandole attraverso la loro pratica dell'immaginazione.



Il rituale è un atto, o un insieme di atti, eseguito secondo norme codificate per poter essere ripetibile. Come le pratiche rituali anche questi elementi sono eseguiti secondo regole definite e replicabili. Così alla pari con le rappresentazioni teatrali e cinematografiche le installazioni creano un rituale scenico, cercando un rapporto diretto con il pubblico, il cui ruolo di fruitore diventerà parte attiva e integrante di questo spettacolo di magia. Lo spazio espositivo verrà quindi considerato come un vero e proprio palco dove il dialogo tra opera e spettatore potrà essere messo in scena.



Davide Daninos




Imparare a narrare il magico. Jonatah Manno e Iris Touliatou.

Brown Project Space

Artissima Lido 3-6 Novembre 2011





mercoledì 9 novembre 2011

Temporary Black Space > 5/11/2011

 
1                                                                             2
3
4
5



 
 ***
16 - Gylfag



Il
 punto
 di
 partenza
 del
 progetto
 16h‐Gylfag,
 realizzato
 per
 Artissima
 LIDO
 in
 un’
 antica
 cioccolateria,
 è
 stato
 il
 concetto
 di
 dopolavoro
 inteso
 come
 spazio
 per
 una
 libertà
 personale
 spesso
 fittizia.
 L’idea
 di
 tempo
 libero,
 un
 tempo
 facilmente
 quantificabile,
 si
 sta
 sempre
 più
 frammentando
 e
 incorporando
 alla
 vita
 stessa,
 con
 ricadute
 sulle
 modalità
 di
 espressione
 personale.

 Ogni
 artista,
 secondo
 l’approccio
 di
 Temporary
 Black
 Space,
 ha
 portato
 propri
 lavori
 sviluppati
 con
 il
 supporto
 del
 resto
 del
 collettivo,
 sia
 dal
 punto
 di
 vista
 tecnico
 che
 progettuale.
L’allestimento 
è 
diventato 
quindi
 una 
sorta
 di 
macro
 installazione
 contenente
 le
 singole
 opere.


 
Breve 
spiegazione 
delle 
immagini:

 
1. 
veduta
 d’insieme
 dell’installazione
 durante
 la
 sera
 di
 sabato
 5,
 in
 cui
 è
 stato
 presentato
 il
 progetto
 Aprire
 i
 suoni,
 di
 Andrea
 Anghileri
 (vasi
 x
 dolci
 presi
 dall’arredamento
 della
 cioccolateria
 contenevano
 suoni
 emessi
 da
 varie
 apparecchi,
 ascoltabili
 aprendo
 i 
coperchi 
degli 
stessi)



2. 
particolare 
 installativo
3.
 live
 de
 Il
 Moro
 e
 Il
 Quasi
 Biondo,
 invitati
 il
 5/11
 da
 TBS
 durante
 il
 Kanga
 Party
 di
 Cherimus 
presso 
Artissima 
Social 
Club

4.
 Senza
 titolo,
 installazione
 di
 Pamela
 del
 Curto.
 Tanica
 di
 acqua
 ghiacciata
 presa
 da
 Lourdes,
 portata 
all’evaporazione 
tramite 
una
 piastra 
elettrica 
incandescente.



5.
 particolare
 installativo









6.
 Drink
Tao, 
progetto
 di 
Stefano 
Scandella.
 Un 
televisore
 viene
 fatto 
trascinare 
su


 














carta 
vetrata 
in 
cambio 
di 
un 
free
 drink. 
Un’azione
 che 
comporta 
uno 
sforzo 
fisico,




 














come 
nei
 lavori
 più
 alienanti,
 per
 ottenere
 in 
cambio
 l’intrattenimento
 più



 














consumato.

TEMPORARY BLACK SPACE
art collective

 www.t-blackspace.com
Via  Mayr, 2  Bergamo
Città   Alta  (Italy)


Brown Project > Imparare a narrare il magico: Jonatah Manno

 And as you light frame
 Megalithomania
Of this base metal
***

venerdì 4 novembre 2011

Cherimus! Perdaxius (CI)

***
CHERIMUS
 
Kokomanga
Laboratorio musicale in lingua Swahili a cura di Judith Raymond Mushi.
Sede dell’evento: Mensa del Laboratorio Zanzara, via Bonelli 3.
Venerdi 4 novembre dalle 18 alle 20
Performance di Michele Gabriele
Sede dell'evento: Quadrilatero Romano
da venerdì 4 novembre alle 18
Kanga Party Preview
Artista: Judith Raymond Mushi (sociologa tanzaniana ideatrice del kanga party).
Sede dell’evento: Hafa Café, via Sant’Agostino 23C.
Venerdì 4 novembre dalle 20



giovedì 3 novembre 2011

La Collezione di Carrozzeria Margot



***
A SHOP IS A SHOP IS A SHOP IS A SHOP 
by Hanna Hildebrand
a production by La Collezione di Carrozzeria Margot
a project for Artissima Lido
Casa della Tuta
Galleria Umberto I 19, Torino
3 .11.2011 - 6.11.2011 (h. 6 pm - 12 am)

A shop is a shop is a shop is a shop è una mostra in un negozio, anzi è un negozio in mostra. E’ la Collezione di Carrozzeria Margot che si identifica con la struttura commerciale di un negozio, se per tale si intende uno spazio onnicomprensivo, un luogo vitale che anima e rende seducenti gli oggetti che contiene. E’ il tentativo di rendere visibile un processo creativo che sottostà al meccanismo di una casa di produzione.
A shop is a shop is a shop is a shop vuole riappropriarsi del sistema di vendita di un negozio al dettaglio di gestione famigliare, dove è il commerciante a incrementare il valore del prodotto in vendita, che sceglie i prodotti selezionandoli in modo non dissimile dal collezionista, coltivando un rapporto diretto e di fiducia con il “compratore”, piuttosto che la messa in scena di un grande magazzino in cui il consumatore è lasciato solo di fronte all’acquisto. Infatti, se nel primo caso il venditore è partecipe alla scelta del suo cliente, nei grandi magazzini sono i brands e i prezziari ad essere decisivi.
A shop is a shop is a shop is a shop è il gioco che Hanna Hildebrand ha ideato per illustrare le opere della Collezione e, soprattutto, per indagare attraverso un’insolita ricerca di mercato se possano esistere compratori d’arte disposti a partecipare alla realizzazione del “prodotto” e uscire dal negozio senza un oggetto tra le mani, bensi’ un investimento strutturato su un rapporto di fiducia e di dialogo.
Hanna Hildebrand gioca e fa giocare, pone delle domande e propone sei risposte. Per un calcolo meccanico, la somma delle risposte indirizza il potenziale interessato a una delle opere prodotte dalla Collezione che trova esposte in vetrina. Le opere che condividono lo spazio con gli abiti in vendita della Casa della Tuta, assumono un duplice significato: sono opere d’arte fruibili solo attraverso lo sguardo e, allo stesso tempo, oggetti di contorno estetico ai prodotti in vendita. Chi stabilirà quale chiave di lettura adottare? I consumatori dell’arte e i potenziali clienti di un negozio di abiti da lavoro,  anche se i piani si intrecciano, si sovrappongo e si annullano tra il giorno e la notte. Si, perché di notte le vetrine si animano, i manichini accolgono il pubblico accompagnandolo in un percorso di comprensione, come il negoziante attento che con le sue capacità verbali ricama aggettivi sui suoi prodotti.

In questa occasione sarà presentato Nontiscordardime, un'edizione unica, il quarto e ultimo atto di Collezionare identità: sto quindi siamo, il progetto realizzato l' 8 Giugno 2011, su Osloo, l'opera di FOS per il Padiglione Danese alla 54^ Biennale d'arte di Venezia (si ringrazia lo sponsor tecnico VINILIFICIO).

Inoltre, La Collezione di Carrozzeria Margot e Dolomiti Contemporanee comunicheranno l'inizio del dialogo che porterà alla prima produzione commissionata dell'opera Il mio mezzo spazio di Jonathan Vivacqua già parte della Collezione.

La Collezione di Carrozzeria Margot è una casa di produzione d'arte contemporanea. 
LA COLLEZIONE DI CARROZZERIA MARGOT
A Shop is a Shop is a Shop is a Shop
Produzione speciale dell'artista Hanna Hildebrand per La collezione di Carrozzeria Margot ed esposizione delle opere prodotte dal collettivo stesso.
Sede dell’evento: La Casa della Tuta, Galleria Umberto I 19
3/4/5/6 novembre dalle 18 alle 24

DNA projectbox > Venezia

Andrea De Stefani, Giuseppe Signorin, Pedro

Fotografia documentaria dell'opera di Andrea De Stefani "DNA (azione di restauro)" - Foto di Gianandrea Poletta
***
DNA
No Space Blues
L'installazione di Andrea De Stefani è un ambiente predisposto per evocare il clima di DNA, una circostanza orchestrata per celebrarne l'ingombrante assenza.
Sede dell’evento: Spazio commerciale sfitto, via Bonelli 2
3/4/5/6 novembre dalle 18 alle 24
***
Cos'è DNA e com'è nato?
A.D.S: Lo spazio che accoglie il progetto DNA è un ex magazzino che appartiene alla mia famiglia da quattro generazioni, il mio bisnonno ne fu il primo proprietario. Esercitava a Venezia il mestiere del restauratore e suo figlio, mio nonno, seguì le sue orme. Per anni accumularono nel loro piccolo deposito veneziano numerosi modelli in gesso, attrezzature, e arnesi del mestiere. Dalla scomparsa di mio nonno (avvenuta nel 1983)  fino a poco tempo fa, quel luogo e tutto ciò che conteneva rimase sigillato poiché  in questi ultimi 28 anni la mia famiglia ha preferito non mettervi mano.
Nel febbraio del 2010 ci fu una svolta, quando, a dieci anni dal mio trasferimento a Venezia, decisi di affrontare un'autentica operazione di “archeologia sentimentale”. Sostanzialmente decisi di svuotare e setacciare letteralmente il magazzino, acquisendo, catalogando, restaurando e modificando ogni singolo frammento custodito al suo interno. Inevitabilmente tale esperienza ha innescato una serie di conseguenze imponderabili, tra le quali la forte volontà di “dar luogo” allo spazio stesso attraverso la condivisione, sottolineando la sua sorprendente natura vitale, in costante divenire.
In sostanza, attraverso il mio apporto, DNA (ri)nasce innanzitutto come presenza, come entità autosufficiente, come opera. L'incontro con il luogo e il clima che rivela costituisce, di fatto, un'autentica esperienza estetica.
L'apertura verso l'apporto di altre persone interessate ad interagire con questo particolare luogo e la consegna alla pubblica fruizione hanno determinato i primi movimenti dello spazio in direzione di una tangibile forma di riapparizione.


Motel Motel Motel Lucie :)

 
***
B U B B L E   B E L L Y

Il ricettario di un harem dopo la rivolta: le abitanti hanno ucciso il loro unico amante e giocano con quello che fino a ieri guardavano sole con lui a quattr'occhi.
                                                                                                                                                                     2nov

Hurricane Bau Bau & Catville
Mercatino


Cosa lasciare, cosa tenere, come raccogliere.

"Portate fuori le cose che non usate più, i vostri oggetti preferiti,le vostre collezioni che non guardate da troppo, i vostri colori più usati o allontanati.

Vogliam provare a mischiare i vostri oggetti.
E' una sorta di esperimento di socializzazione attraverso queste vostre cose, che verranno riorganizzate dagli artisti che Motel Lucie ha invitato.
Non avrete più sotto controllo direttamente i vostri oggetti, i vostri occhi rimbalzeranno su quelli dei vostri vicini."

Gli abitanti del cortile decideranno se aprire al pubblico questo mercatino.

Dalle 12 alle 19
Cortile.

4nov

Tetrahedral Pomegranates
parata lento/veloce


Il nostro corpo l'abbiam sempre scambiato con quello di Motel Lucie, che si è sempre ridentificato nei posti dove in quel momento si trovava abbracciando o scazzottando coi corpi del pubblico.
A Lido vogliamo muoverci come un festival. Gli spazi sono corpi e una parata li porterà in giro, a formare un nucleo in costruzione.
L'abbiamo chiamata Tetrahedral Pomegranates.

La parata comincerà in cortile di via Santa Chiara 22 alle 20 circa per poi spostarsi fra tutti gli spazi di Lido.
Allestiremo velocemente una mostra nel nostra spazio per poi finire al Kanga Party.
                                                                                                                                                                    5nov

Belly Balon Ballo Belin
parata lento/veloce


Raccogliere oggetti velocemente all'arrivo imminente delle ruspe ripulitrici e cieche.
Sorgenti veloci per montaggi lenti e prolungati.
Piccioni che aspettano l'ultimo secondo prima dello schianto mancato con l'auto.

Durerà il pomeriggio. A più smontaggi e riassemblamenti.
Dalla chiusura del Balon in poi.
In serata le cose prodotte saranno visibili nella nostra tana.

Ore 18,00 (oggetto a cambiamenti, chiamare infoline)
Ritrovo in cortile.

Ore 22.30 circa
Galleria Umberto I
KERT
Performance/Concerto vs Flash15 – Motel Lucie  
6 nov.

Chocolumaca
Come se degli androni spaziosi ospitassero Caffè.

Caffè itinerante partendo dal cortile.
Dalle 18 (chiamare infoline per maggiori informazioni)

Dalle 20:
Roulette di cene fra condomini; Fabio Cherstich orchestrerà in atti.
                                                                                                                                                                    Con la partecipazione e collaborazione di:
Anna Rokka, Andrea Romano, Cherimus, dustINN, Fabio Cherstich, Giovanni Sortino, Holly Fretcher,Isa Griese, Kert, Jason Hirata, Jessica Gaudino, Liam Casey, Lukas Hoffmann, Manuel Scano, Marco Pezzotta,Martina Allegra De Rosa , Piotr Piskozub, Siff Nielsen Pristed, Sol Hashemi, Ting Cheng, Yannis Mouravas, Zuzanna Czebatul, ......

In occasione di Bubble Belly abbiamo autoprodotto il nostro primo catalogo, in 35 copie numerate, confezionate a mano con la carta da parati della nostra prima mostra nella vecchia sede di via Conte Rosso 18, Milano.
Lo troverete nel nostro spazio di via Santa Chiara 22 tutti i giorni, durante il Kanga Party il 4 Novembre e all'Artissima Lido Doc il 5 novembre, dalle 11 alle 18 durante le presentazioni dei collettivi.

La nostra sede per Artissima Lido è all'interno del cortile di via Santa Chiara 22, Torino

http://MotelLucie.tk

LUNGOMARE

 Azioni simboliche per il nostro presente 2010 - credits: Ivo Corrà
 Place_it, inaugurazione 2008 - credits: Ivo Corrà
Lungomare Bozen-Bolzano / Lupo & Burtscher
 
Unerhört - Previsioni del giovane Sudtirolo 2006 - credits: Ivo Corrà 
  Unerhört - Previsioni del giovane Sudtirolo 2006 - credits: Ivo Corrà
***
 LUNGOMARE a LIDO
Azioni simboliche per il nostro presente
Proposta di istituire un bene comune nello spazio pubblico di Bolzano. Mostra dell'archivio e della ricerca prodotta dall'avvio del progetto ad oggi, illustrazione delle intenzioni e delle modalità che si adottano per raggiungere lo scopo prefissato, approfondimento del tema con un incontro pubblico sul bene comune con Ugo Mattei (Venerdì 4 novembre ore 18, Libreria NB).
Sede dell’evento: Libreria NB, via Bellezia 12C
3/4/5/6 novembre dalle 18 alle 24
Lungomare è un progetto ed uno spazio espositivo per la cultura e la progettazione, fondato nel 2003 dai designer Angelika Burtscher e Daniele Lupo. Lungomare ricerca e sperimenta nei suoi progetti un terreno di incontro tra design, architettura, urbanistica, arte e teoria, ponendo queste in uno sguardo critico. Le forme di rappresentazione e di comunicazione si adattano di volta in volta agli interrogativi sollevati e variano dalle discussioni ai simposi, dalle pubblicazioni alle mostre, fino ad includere interventi nello spazio pubblico.
Il programma di Lungomare si pone come obiettivo quello di percepire, interpretare ed indagare la cultura e la progettazione nella loro molteplicità; le interdipendenze dei due concetti vengono indagate nei loro contesti fisici, sociali e politici. Le questioni poste nei progetti e le modalità di lavoro divengono istanze critiche; designer, architetti e artisti assumono in questo contesto una responsabilità essenziale per un agire nei confronti della nostra attuale realtà sociale.
Dal 2008 Lungomare non opera più soltanto all’interno del proprio spazio a Bolzano, ma sviluppa i propri progetti anche in altre città, intessendo scambi con altre istituzioni e persone. I progetti vengono allora ad assumere interrogativi culturali e geografici specifici dei luoghi, cercando nuovi formati di presentazione legati ai contesti, sia su un piano formale che sul piano del contenuto.